Auguri di buon Natale, una poesia di Salvatore Quasimodo

Natale. Guardo il presepe scolpito,

dove sono i pastori appena giunti

alla povera stalla di Betlemme.

Anche i Re Magi nelle lunghe vesti

salutano il potente Re del mondo.

Pace nella finzione e nel silenzio

delle figure di legno: ecco i vecchi

del villaggio e la stella che risplende,

e l'asinello di colore azzurro.

Pace nel cuore di Cristo in eterno;

ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.

Anche con Cristo e sono venti secoli

il fratello si scaglia sul fratello.

Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino

che morirà poi in croce fra due ladri?

di Salvatore Quasimodo

In questi versi, Salvatore Quasimodo ci invita a guardare oltre la superficie delle decorazioni natalizie. Costruisce un ponte tra l'immagine statica e perfetta del presepe e la realtà dinamica, spesso dolorosa, della storia umana. Mette in scena uno dei tanti paradossi della storia dell’umanita’: la scena della Natività emana una pace eterna e divina,ma  l’umanità sembra ancora prigioniera di conflitti e divisioni, con "il fratello che si scaglia sul fratello".

Tuttavia, il messaggio di Quasimodo non è di rassegnazione. Quel "coro degli angeli" che s'ode ancora rappresenta una promessa che non si spegne mai: la possibilità di ritrovare la pace è sempre presente, sospesa tra il silenzio della stalla e il frastuono del mondo.

L'augurio e’ che il Natale non resti solo una scena "scolpita" nella nostra mente, ma diventi un impegno vivo per portare fratellanza e comprensione lì dove c'è divisione.

Vincenzo Tinaglia