Giornata della memoria 2024

Va' dove ti portano gli occhi

27 gennaio 2024
ore 21.00
Teatro Fanin - San Giovanni in Persiceto

Regia di Francesca Calderara
Interpretato dagli studenti e dalle studentesse dell'IIS Archimede

Con il gentile contributo di:
CER.GAS
CER. MEDICAL
COMUNE DI SAN GIOVANNI IN PERSICETO

In collaborazione con Fondazione Villa Emma

Lo spettacolo è liberamente ispirato alla storia della scrittrice ungherese Edith Bruck, internata a sedici anni in vari campi di concentramento, far i quali Auschwitz-Birkenau, Dachau, Bergen-Belsen, sopravvissuta, trasferitasi prima in Israele e poi in Italia, a Roma, dove vive tuttora.
L’anziana Edith si racconta ad un gruppo di studenti che le pongono domande complesse, a tratti imbarazzanti, e narra così la sua vita prima, durante e dopo la deportazione, soffermandosi soprattutto sul post liberazione. Tutti ormai sanno cosa è successo nei campi, ma pochi si interrogano sulla vita dei deportati sopravvissuti, in particolare su quella delle donne. Edith era una ragazza giovane e bella, il cui corpo è stato spogliato, torturato, insultato. Come è possibile tornare a sentirsi belle, attraenti, femminili, dopo che il corpo è stato reso impresentabile? Come decidere dove vivere, se la tua casa non esiste più e la tua città non ti vuole perché sei diventata un peso?
La vita di Edith si intreccia così con la storia della fondazione e costruzione dello Stato di Israele, dove gli ex deportati vengono accusati di essere stati dei codardi, e dove nessuno vuole sentire parlare di Shoah.
Comincia allora il secondo calvario di Edith alla ricerca di un luogo da chiamare “casa” finché non arriva a Bologna dove comincia a scrivere. La scrittura diventa la sua redenzione. Il foglio bianco accoglie i pensieri, a volte confusi a volte chiarissimi, i ricordi, le speranze di una donna rinata, ma non in pace. Scrive in italiano, non in ungherese, perché deve mettere distanza fra la donna che era e quella che è. Il suo ultimo appello è a Dio, al Dio che sua madre pregava con tanto fervore e dal quale Edith aspetta ancora risposta alle innumerevoli domande, fra le quali spicca una riflessione cruda e amara su cos’è Israele oggi.
Allegati

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